You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events. Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti.      email@veraliquet.co.uk

You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events.

Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti. 

vera.liquet@gmail.com

PHOTO

" Don't go to the movies tonight. I made your favorite dish. "

" Thank you so much mom. I am sorry, today I want to see a funny comedy. "

I love going to the movies alone.It's not very crowded today perhaps because it is a Monday evening. I enter screening room number nine. I take a sit. There are more or less about twenty spectators. Suddenly everything gets dark. Silence fall over the room. The film is about to begin. It's still dark. It hasn't started yet. After two minutes in the darkness people begin to murmur. A voice rises at that point. It gets stronger and stronger.

" Listen to me, listen to me! "

The echo becomes deeper and more deafening. Many spectators realize that their cell phones have turned off. They are no longer functional. There is absolutely no light source. More than one person get up feeling annoyed. Thinking to be in the wrong room they start going blindly towards the exits. All the exits are blocked. The doors are locked. People start panicking.

" Hear what I have to tell you! I found myself too one evening locked in the library of the university I was attending. The university building was once a monastery. I studied until late that evening  to the extent that the staff members had closed all the exits and turned off the lighting. I was completely alone. I began to see monks wearing long black cassocks wandering with lighted candles. They looked like ghosts. My psychiatrist told me to take the medications she prescribed regularly to alleviate my visual hallucinations. I didn't believe her, I didn't trust her. I frequently had tremendous bleeding. My whole room used to be flooded with blood. I was on the verge of drowning several times"

The spectators, including myself, become exasperated. Someone gets up and fall unconscious to the ground. Someone screams. Others laugh hysterically. Others bang their fists vigorously on the locked doors.

" Do you feel cold?! I am very much. I have been trapped in my grave for months. My health has deteriorated during my life due to the hallucinations. I died very young. "

A freezing cold is in the room.

" I am covered by worms that look like snakes. They crawl over me into my mouth, into my ears. Get up now stranger! It was you who five years ago asked me to take a picture of myself while I was waiting for the bus at the station stop. I let you do it and from that moment I lost my lucidity. You took my soul with that shot. You still keep that photo. Don't deny, you have it with you even now. I have become your obsession. Get up now! "

The lights come on. Everyone turns to the one who is holding up a photo of a woman at the back of the screening room. Instantly the same woman appears on the screen.

" Come towards me! Don't be afraid!"

It's dark again. Then the lights come on. The man with the photo has disappeared. The exits doors open violently. Many flee immediately. Others remain unconscious on the ground or petrified on the armchairs. I run away.

Upon exiting room number nine, I notice that many complain animatedly to the cinema staff about the unacceptable and shocking event. I start hearing from afar the sound of the ambulance and the police sirens.

FOTO

" Non andare al cinema stasera. Ti ho preparato il tuo piatto preferito."

" Grazie, ma scusami mamma oggi c'e` la prima di una commedia divertente."

Amo andare al cinema da sola.

Non e` molto affollato oggi forse perche` e` un lunedi` sera. Entro nella sala numero nove. Mi siedo. Ci sono piu` o meno una ventina di spettatori. Ad un tratto tutto si fa buio. Cala il silenzio tra gli spettatori. Il film sta per incominciare. E` ancora buio pero`, ancora non inizia.

Dopo due minuti nell' oscurita` la gente incomincia a mormorare. Qualcuno fischia in disappunto. Continua ad essere buio.

Una voce si leva a quel punto. Si fa sempre piu` forte.

" Ascoltatemi, ascoltatemi!"

L' eco si fa sempre piu` profondo e assordante.

Alcuni si rendono conto che i loro cellulari si sono spenti. Non sono piu` funzionanti. Non c'e` assolutamente alcuna fonte di luce. Alcuni si alzano indispettiti. Credono di aver sbagliato sala e si recano alla cieca verso le uscite.

Tutte le uscite sono bloccate. Le porte sono serrate. Incomincia il panico.

" Udite cio` che ho da dirvi! Mi ritrovai anche io una sera chiusa nella biblioteca della facolta` universitaria che frequentavo. Era un' antica sede di un monastero un tempo quell' edificio. Studiai fino a tardi quella sera fino al punto che avevano chiuso tutte le uscite e interrotto l' illuminazione. Ero completamente rimasta sola. Incominciai a vedere monaci con lunghe tonache nere vagare con candele accese. Sembravano spettri.

La mia psichiatra mi ripeteva di assumere regolarmente i farmaci da lei prescritti per attenuare le mie allucinazioni visive. Non le credevo, non mi fidavo. Di frequente avevo incredibili emorragie. Tutta la mia stanza s'inondava di sangue. Ero sul punto di annegare piu` volte. "

Gli spettatori, compresa me, divennero esasperati. Qualcuno si alzava e cadeva svenuto a terra. Qualcuno urlava. Altri ridevano istericamente mentre altri ancora battevano i pugni energicamente sulle porte bloccate.

" Sentite freddo?! Io molto. Sono intrappolata da mesi nella mia tomba. A causa delle allucinazioni la mia salute si e` deteriorata. Sono morta molto giovane. "

Un freddo raggelante e` nella sala.

" Sono coperta di vermi che sembrano serpenti. Strisciano su di me entrando nella mia bocca, nelle mie orecchie. Alzati sconosciuto! Sei tu che cinque anni fa mi chiedesti di scattarmi una foto mentre aspettavo il bus alla fermata della stazione. Accettai e da quel momento persi la mia lucidita`. Ti prendesti la mia anima con quello scatto. Conservi quella foto con te ancora. Non negare, la hai con te anche adesso. Sono diventata la tua ossessione. Alzati adesso! "

Le luci si accendono. Tutti si volgono verso colui che in fondo alla sala tiene sollevata una foto di una donna. Improvvisamente la stessa donna appare nello schermo della sala.

" Vieni verso di me! Non avere paura! "

Cala il buio di nuovo. Successivamente si accendono le luci. L' uomo della foto e` scomparso.

Le porte della sala si aprono violentemente. Molti si danno alla fuga immediatamente. Altri rimangono svenuti a terra o impietriti sulle poltrone. Corro via di getto.

All' uscita della sala numero nove noto che molti si lamentano animatamente con gli addetti del cinema riguardo l' inaccettabile ed inaudito accaduto. 

Il suono delle sirene spiegate delle ambulanze e della polizia si avvicina sempre di piu` all' edificio del cinema.

You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events. Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti.      email@veraliquet.co.uk

You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events.

Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti. 

vera.liquet@gmail.com

THE OAK

LA VOCE

Elena afferrò il diario rilegato in pelle marrone dallo scaffale del negozio. Avrebbe iniziato quella sera a scrivere quello che le stava accadendo.

"Frequentavo l' università. Mesi fa iniziai il corso di geometria. Il fascino del professore Clark mi colpi` immediatamente. Probabilmente aveva cinquanta anni di età. Io stavo riprendendo  gli studi a fatica al mio trentacinquesimo anno di età. Mi incantavo ad osservare quell'insegnante spiegare. Le pagine del mio quaderno degli appunti erano quasi sempre vuote. Ero troppo distratta a fantasticare una vita con quell' uomo tanto rigoroso quanto gentile. Poco prima della sessione degli esami il professore annunciò che si sarebbe dovuto trasferire in un' altra città e che presto la facoltà l'avrebbe sostituito con un altro insegnante. Fu una notizia devastante. Avrei voluto contattarlo un' ultima volta prima che se ne andasse ma non ne ebbi il coraggio.

La sessione degli esami arrivò. Mi chiusi nella mia stanza e mi concentrai sull' esame di geometria. Vivevo sola da molti anni in un piccolo appartamento. Dopo giorni di studio intenso improvvisamente incominciai a sentire la voce del professor Clark. Era lì vicino a me: potevo sentirlo ma non lo potevo vedere. 

Inizialmente vi fu una lite fra di noi perché lo accusai di avermi abbandonata trasferendosi in un' altra città. A volte era opprimente sentire la sua voce tutto il giorno: nel bagno, nella cucina, nella stanza da letto e persino fuori casa. Cercai di trovare una spiegazione a tutto questo. Pensavo alla storia di Amore e Psiche. Amore mise alla prova Psiche non mostrandosi mai allo sguardo di lei. Lentamente incominciai ad apprezzare la sua invisibile presenza. La sua voce profonda e gentile m' incoraggiava a studiare con pazienza. D'altro canto lo stress e l'inquietudine causato da questo ambiguo amore non mi aiutò a superare gli esami. Di lì a poco abbandonai gli studi. Onnipresente la voce del professore continuo` a seguirmi. A volte mi umiliava, a volte mi elogiava, confidandomi spesso il proprio ossessionato amore".

Elena una mattina, accompagnata dalla presenza dell' insegnante, si recò nel parco vicino casa e abbandonò il diario in pelle su una panchina situata ai piedi di una quercia.

THE VOICE

Elena grabbed the brown leather bound diary from the store shelf. She would start writing what was happening to her that evening.

"I was attending university. Months ago I started the geometry course. I used to watch Professor Clark in fascination. He was probably fifty years old. I was barely resuming my studies at my thirty- fifth year of age. I was enchanted to observe that teacher explain. The pages of my notebook were almost always empty. I was too distracted to fantasize about a life with that man as rigorous as he was kind. Just before the exam session the professor announced that he would have to move to another city and that soon the faculty' s directory would replace him with another teacher. It was devastating news. I would have liked to contact him one last time before he left but I didn' t have the courage.

The exam session came. I shut myself up in my room and concentrated on the geometry exam. I had been living alone for many years in a small apartment. After days of intense study I suddently began to hear Professor Clark's s voice. He was there near me: I could hear him but I couldn't see him. Initially there was a dispute between us because I accused him of abandoning me by moving to another city. Sometimes it was overwhelming to hear his voice all day in the bathroom or in the kitchen or in the bedroom or even outside home. I tried to find an explanation for all this. I was thinking of the story of Cupid and Psyche. Cupid put Psyche to the test by never showing up at her gaze. Slowly I began to appreciate his invisible presence. His deep, gentle voice encouraged me to study attentively. However the stress and uneasiness caused by the ambiguous love did not help me to pass my exams. Shortly I left my studies. The professor continued to follow me. Sometime he humiliated me, sometime he praised me, often confessing his obsessed love to me".

Elena, still hearing the teacher' s voice, went to the park near the house and left the leather diary on a bench located next an oak tree.

LA PAZIENTE

Un impiegato durante la sua pausa pranzo, dopo una lunga mattinata in ufficio, si sedette sulla panchina vicina la quercia. Noto' subito il diario. Inizio a leggere la storia di Elena e decise di scrivere le pagine successive al suo ritorno a casa.

"Dopo trent'anni Elena si ammalò gravemente morendo nella solitudine. Davide, lo psicologo che l' aveva in cura, si occupò generosamente dei suoi funerali. Ebbe occasione di entrare nella casa della sua ex paziente.

Vi trovò una cartella di documenti fra i quali colpì la sua attenzione un modulo. In questo era riportato che la donna avesse dato il suo bambino appena nato in adozione. Vi era poi un piccolo registratore vocale. Ritornato presso il suo studio lo psicologo, ascoltando la voce di Elena registrata, scopri' il nome del professore a cui fu legata in gioventù. Era il nome di suo padre inequivocabilmente. Sconvolto e perplesso Davide si rese conto che suo padre ebbe una storia extraconiugale con la donna la quale diede alla luce un bambino. La voce della defunta ripeteva più volte che era figlio del professore.

Davide furioso dapprima avrebbe voluto dire tutto al suo anziano padre ma in un secondo momento decise di trattenersi dal farlo.

Grazie ad un investigatore privato Davide scopri' che la figlia di Elena viveva nella stessa piccola cittadina dove esercitava la sua professione e dove Elena aveva sempre vissuto. 

Rimase esterrefatto quando si rese conto che la figlia di Elena, Gina, era una sua attuale paziente".

THE PATIENT

An employee during his lunch break, after a long morning in the office, sat on the bench near the oak tree. He immediately noticed the diary. He started reading Elena's story. He was impressed by the interrupted story so he decided to continue to write it after his return home.

"After thirthy years Elena became seriously ill dying in solitude. Davide, the psychologist who was treating her, generously took care of her funeral. He had the opportunity to enter his ex patient's house.

There he found a folder of documents between which a form caught his attention. In this it was reported that the woman had given up her newborn baby for adoption. Then there was a small voice recorder. Returning to his office the psychologist, listening to Elena's recorded voice, discovered the name of the professor to whom she was linked in her youth. It was his father's name unequivocally. Distraught and perplexed, Davide realized that his father had an extramarital affair with the woman who gave a birth to a child. The deceased person's voice repeated several times that he was the professor's son.

David furious at first he wanted to tell everything to his elderly father but later he decided to refrain from doing it. 

Thanks to a private investigator Davide discovered that Elena's daughter lived in the same small town where he practiced his profession and where Elena had always lived.

He was flabbergasted when he realized that Elena's daughter, Gina, was one of his current patients".

LO SCRITTORE

L' impiegato decise di lasciare il diario sulla panchina durante una delle sue pause pranzo. Mentre si allontanava a passo svelto dalla panchina intravide un vagabondo che furtivo incomincio' a leggere il diario. Il girovago decise di sedersi ai piedi della quercia e continuare a scrivere la storia.

"Gina narro` tutta la sua storia al suo psicologo. Gli raccontò che cinque anni prima durante un concerto incontrò un giovane scrittore. Si piacquero fin da subito. Decisero di viaggiare per il mondo: visitarono per lungo e largo l' Europa, l' America, l' Africa, l' Asia e l' Oceania. Si sostentarono con lavori saltuari. Non facevano uso di telefoni cellulari o macchine fotografiche. Lui amava scrivere un diario su cui fissava ricordi ed avventure. Un giorno d' estate lei ed il suo compagno visitarono una caotico ed affollatissimo mercato. Lei sostò per vedere un bancone di pendagli rendendosi conto subito dopo di aver perso le tracce del suo amato. Chiese a più persone di lui, girovagò alla sua ricerca senza prendere fiato, disperatamente. Dopo giorni di attesa presso di un motel decise affranta di fare ritorno presso la casa della sua famiglia adottiva. Perse tutto l' entusiasmo di vivere e di lì a poco l' ansia e la depressione funestarono la sua vita. Era inoltre sempre angustiata dal fatto di non conoscere i propri veri genitori. Il fratello Davide l' ascoltava con molta attenzione e con molto rammarico. Si sentiva impotente.

Gina una sera ebbe un grave incidente. Davide la ando` a trovare in ospedale e si ripromise che appena guarita avrebbe confessato tutta la verità alla sua unica sorella".

Il vagabondo decise di spedire questa storia, insieme alla raccolta di storie che aveva scritto in precedenza, a diversi editori. Pubblicarono tutti i suoi racconti. Decise di stanziarsi per sempre in quella piccola cittadina e vivere in una casa non lontana da quella quercia verde. Sapeva dove abitava la sua Gina. L' avrebbe raggiunta presto.

THE WRITER

The employee decided to leave the diary on the bench during one of his lunch breaks. As he walked away from the bench at a brisk pace, he glimpsed a vagabond who furtively began to read the diary. The wanderer decided to sit beneath the oak tree and continue writing the diary's story.

"Gina told all about her story to her psychologist. She told Davide that five years ago she met a young writer during a concert. They like each other immediately. They decided to travel all over the world exploring Europe, America, Africa, Asia and Oceania. The young couple used to do temporary jobs to afford all the travelling expenses. They didn't use to take pictures or to use the mobile phones. He loved to write about all the adventures, describing all the the wonderful scenery, on a diary.

One summer's day they visited an overcrowded and chaotic market. She stopped for a while to admire a handmade pendant's counter when she realized that she had lost the sight of her partner. She asked about him to many people, going around breathless, looking for him desperately.  

After days of waiting at a motel she decided heartbroken to return to her adoptive family's home. She lost all enthusiasm to live and shortly afterwards her anxiety and depression devastated her life. She was also distressed by the facts that she didn't know her real parents. Davide listened to her very carefully and with much regret. He felt helpless.

One evening Gina had a serious accident. Davide came to visit her in the hospital and promised himself that as soon as she was recovered he would confess the whole truth to her only sister".

The wanderer decided to send this story, along with the collection of stories he had previously written, to several publishers. They published all his stories.

He decided to settle forever in that small town living in a house not far from that green oak. He knew where his beloved Gina lived. He would have caught with her soon.

Latest comments

29.08 | 13:31

Bravissima mi piacciono tantissimo questi racconti

06.05 | 18:06

I feel blessed to know you Jenny. You always encourage me. I am so grateful to you my genuine, loving and inspiring friend! 💞💞

20.04 | 03:15

I feel blessed to know the woman behind the words. She’s so genuine, loving and inspiring. It’s not easy to come across someone like this. Please continue to read her writing and share with others.💕💕

26.07 | 10:15

Thanks a lot for your inspiring and uplifting words of support and approval hun!

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