You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events.
Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti.
vera.liquet@gmail.com
Tonight' s shift will be the last. Tomorrow I will be free and I will have plenty of time to carry out my plan. I know how I will do it, I know when I will do it. Tomorrow will be the last day of my life. I get on bus 68. I am in hurry to get home. I sit down and I start staring at the window. It is dark. The window reflect the empty seats in the next row. I notice a book on one of those seats. A woman sits behind me. In the back rows I see a man. There are only four of us on the bus including the driver. The other two passengers get off at the final bus stop. The book is still there. I take it and I give it to the driver. He tells me rather indifferent to keep it. I love the authoress. I never read this work by her and I don' t plan to read it tonight. I cannot spend my last night entertaining myself with a book. I need to rest because I have to stay focused on my last goal tomorrow. After a frugal meal, however, I decided to browse online and read a summary of the plot. Before I finish reading I hear three knocks on my window. It looks like someone is throwing pebbles. I live on the ground floor of a rather isolated house on the outskirts of the city. When I reach the window I see a man hurring off. I am not afraid of anything anymore. I forget about this episode. The next day I open by accident the first page of the book on which there is a name of a public library. This book was borrowed. Someone must have evidently forgotten or abandoned it. I can' t keep it in the house. I decide to return it going to the nearest library in a hurry. The receptionist asks me for my name and thanks me. I am going home. None of the passers-by can image that this is my last day alive. I open my house front door. The phone is ringing. When I answer a police officer asks me to confirm my name. He tells me that today I have delivered a book to the library. He informs me that the last person who borrowed it had been admitted to a psychiatric clinic. He has been missing for three days. The officer asks me the time and the place where I found the book. He says also that every little detail matters. I wonder what to do next being quite worried and anxious. I am involved in a police investigation. Should I wait for the outcome or careless carry out my plan? I decide to wait. The following days I find more than one time shopping bags full of food and various kind of products at the front of my main door. I notice that they are all products that I usually buy: pasta, sauces, detergents, ready-to-eat food and so on. Who is that knows my eating habits? Who is buying what I need without any request from me? I keep asking myself questions being perplexed and surprised.
One Monday evening I observe the starry sky before going to sleep. Suddenly I notice a man rummaging through the waste bin. I am terrified and I don' t know what to do. He looks like the same tall, stout man who threw pebbles at the window a few nights earlier. I can' t see his face, he is completely disguised. I hide behind the curtains and wait for him to go away. I sense that the man may know which products I usually buy by rummaging through my waste container. The items I throw away the night before are the same items he is buying for me the following day. The main character of the borrowed book is a waste collector, working in a suburban area, whose obsessive attention is paid to the waste of the woman he loves. One day a colleague of mine invites me for dinner. He takes me home around ten in the evening. I observe that on the lid of the bin is written in capital letters: " UNFAITHFUL! " . I also see that inside the bin there are at least twenty red roses. The week after I find a red box at the front of my main door. When I open it I find a white wedding dress and a message: " I am Daniel D. , if you throw away this gift I will undersand that I am unwanted and I will make my way back to the psychiatric clinic which is called N. H. ". I immediately bin the dress. After five days I head to the clinic. I find him sitting. He is smiling to me. I instantly decide to marry the stranger.
Il turno di lavoro di questa sera sara` l'ultimo. Domani sono libera ed avro` tutto il tempo per realizzare il mio piano. Ho pensato all' ora ed al metodo. Domani sara` l' ultimo giorno della mia vita. Salgo nell' autobus 68. Ho fretta di tornare a casa. Mi siedo e incomincio a fissare il finestrino. E' buio. Il finestrino riflette i sedili vuoti della fila accanto. Noto un libro poggiato su uno di essi. Alle mie spalle e` seduta una donna. Nelle ultime file intravedo un uomo. Nell' autobus siamo solo in quattro incluso l'autista. Al capolinea scendono gli altri due passeggeri. Il libro e` ancora li`. Lo prendo e lo consegno all' autista. Mi dice piuttosto indifferente di tenerlo. Amo l' autrice. Non ho mai letto questa sua opera e mai la leggero`. Non posso trascorrere l' ultima mia notte intrattenendomi con un libro. Devo riposare. Domani avro' bisogno di concentrarmi sul mio obiettivo finale. Dopo un pasto frugale decido pero` di curiosare online e leggere un riassunto della trama. Prima di terminare la lettura avverto tre colpi alla mia finestra. Sembra che qualcuno stia tirando dei sassolini. Vivo al pian terreno di una casa piuttosto isolata ed in piena periferia. Quando raggiungo la finestra intravedo allontanarsi frettolosamente un uomo. Non temo piu' nulla. Ignoro l' accaduto. L'indomani apro casualmente la prima pagina del libro su cui vi e' il nome di una libreria comunale. Evidentemente questo libro e' stato preso in prestito. Qualcuno deve averlo dimenticato oppure abbandonato. Non posso tenerlo in casa. Decido di corsa di andare alla piu' vicina biblioteca e consegnarlo. La receptionist mi chiede il mio nome e mi ringrazia. Torno a casa. Nessuno dei passanti puo` immaginare che questo e` l' ultimo mio giorno in vita. Apro la porta di casa. Il telefono sta squillando. Quando rispondo un agente della polizia mi chiede di confermare il mio nome. Mi comunica che oggi ho consegnato un libro alla biblioteca. Aggiunge che l' ultima persona che l' ha preso in prestito e` scomparsa. Era stata ammessa in una clinica psichiatrica e da tre giorni se ne sono perse le tracce. L' agente mi chiede l' ora, il luogo in cui ho trovato il libro. Ogni piccolo dettaglio e' importante aggiunge. Alquanto preoccupata ed ansiosa al termine della conversazione mi chiedo cosa fare della mia vita. Sono coinvolta in un' indagine della polizia. Devo aspettare forse l' esito o noncurante realizzare il mio progetto? Rimando i miei piani di qualche giorno. Per due volte, nei giorni successivi, trovo di fronte la porta di casa borse della spesa piene di cibo e di prodotti di vario genere. Noto che sono tutti prodotti che di solito consumo: pasta, sughi, detersivi, cibi pronti e via dicendo. Chi e` che conosce le mie abitudini alimentari? Chi e` che compra cio` di cui ho bisogno senza nessuna richiesta da parte mia? Perplessa e sorpresa continuo a pormi domande. Una sera prima di andare a dormire decido di osservare il cielo stellato. Sorprendo un uomo rovistare il bidone dei rifiuti. Terrorizzata non so cosa fare. Sembra lo stesso uomo alto e robusto che getto` dei sassolini alla finestra qualche sera prima. Non riesco a vedere il suo viso, e` completamente camuffato. Mi nascondo dietro le tende ed aspetto che vada via. Intuisco che quell' uomo possa sapere quali prodotti sono solita comprare proprio rovistando il mio contenitore dei rifiuti. Cio` che getto la sera prima corrisponde alla spesa che trovo il giorno seguente. Il personaggio principale del libro preso in prestito e` un operatore addetto al giornaliero svuotamento dei contenitori dei rifiuti di una zona di periferia la cui attenzione ossessiva e` rivolta ai rifiuti della donna amata. Un giorno un mio collega di lavoro mi invita a cena e dopodiche' mi accompagna a casa verso le dieci di sera. Noto che sul coperchio della pattumiera c'e` una scritta: " Traditrice!" . Osservo inoltre che all'interno del bidone ci sono almeno una ventina di rose rosse. La settimana successiva trovo una scatola rossa di fronte la porta di casa. All' interno vi e` un abito bianco da sposa accompagnato da un biglietto. " Sono Daniel C. , se getti via questo dono capiro` che sono indesiderato e ritornero` alla clinica psichiatrica che si chiama N. H. " Gettai immediatamente l' abito nel contenitore dei rifiuti. Trascorsi cinque giorni mi dirigo alla clinica. Lo trovo seduto, sorridente. Decido all' istante di sposare lo sconosciuto.
You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events.
Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti.
vera.liquet@gmail.com
La signora Anacas si svegliò presto quella mattina in cui dovette lasciare la sua stanza d'albergo,la numero trecento. Aveva appena trascorso un breve ma gradevole soggiorno di una settimana. Preparò con meticolosa precisione i suoi bagagli e riprese il viaggio verso una nuova città. La stazione era piuttosto affollata. Si affrettò a prendere il suo treno.
L'addetto alle pulizie dell'albergo aprì la porta della stanza numero trecento. Il profumo molto buono della signora Anacas lo colpì in pieno volto. Pochi minuti dopo il gestore dell'albergo si recò alla stanza trecento per parlare con l'addetto alle pulizie. Dopo essere entrato nella stanza si accorse subito che era vuota. Avvertì un urlo dall'esterno. Si affacciò alla finestra spalancata e si rese conto che qualcuno aveva trovato sulla strada l'inserviente che era precipitato.
La signora Anacas si addormentò presto la notte in cui arrivò nell'albergo di una grande cittadina ai piedi di alcune montagne. Dopo una settimana di soggiorno riprese il suo viaggio verso un'altra città.
Il primo ad entrare nella sua stanza di albergo fu un addetto alle pulizie che fu trovato impiccato poche ore dopo.
Il terzo albergo in cui soggiornò la signora Anacas era presso una città di mare. Dopo una settimana di villeggiatura la donna decise di lasciare la località. Nel suddetto albergo trovarono un inserviente disteso a terra colpito d'infarto dopo essere entrato nella stanza in cui aveva preso alloggio la signora.
Il detective Drogtin si rese conto, dopo lunghe indagini non andate in porto, che presso le tre stanze casualmente soggiornò la stessa persona: la vedova Anacas.
La rintracciarono presso un altro albergo di un'altra città e decisero di prender tempo per studiare la donna.
Il giorno in cui lasciò l'albergo ad entrare per primi nella sua stanza, la numero sette, furono il detective Drogtin ed una squadra di tre uomini. Perquisirono la stanza. Tutto appariva in ordine.
D'improvviso si aprì uno squarcio sul pavimento ed i quattro con grande trambusto vennero inghiottiti dal nulla.
Era risaputo nella cittadina che l'albergo era stato edificato su i ruderi di un vecchio cimitero.
La squadra ed il detective si trovarono infatti gettati nel mondo dell'oltretomba. Uomini e donne cadaverici si aggiravano tra tombe ed alberi rinsecchiti in un'atmosfera notturna. Drogtin ed i suoi uomini si fecero coraggio e si addentrarono in quel mondo schivando quelle terribili creature viventi.
Drogtin dopo un lungo periodo di stenti rimase solo. Era sfinito dopo il lungo cammino. D'un tratto la vedova Anacas si stagliò di fronte l'uomo atterrito. Era di altezza abnorme. Le sue lunghe braccia lo afferrarono e lo portarono all'altezza dei suoi occhi vitrei.
"Vivremo per sempre insieme d'ora in poi" disse la donna.
Drogtin si svegliò in un bagno di sudore. Era stato tutto un incubo. Stava riposando nel letto di casa sua avendo accanto la moglie. Solo dopo qualche secondo si rese conto che la donna che gli dormiva affianco da decenni aveva il volto della signora Anacas.
THE DOOR
Ms Anacas woke up early that morning when she had to leave her hotel room number three hundred. She carefully packed her bags and resumed the journey to a new city. The station was quite crowded. She hurried to catch her train.
The hotel cleaner opened the door to room number three hundred. He immediately loved the very good scent left behind. A few minutes later the hotel manager went to the three hundred room to talk to the cleaner. After entering the room he noticed that it was empty. Suddenly he heard a scream from outside. He looked out the wide open window and realized that someone had found the attendant who had fallen on the road.
Ms Anacas fell asleep early the night she arrived at the hotel in a large town close to some mountains. After a week's stay she resumed her journey to another city. The first to enter her hotel room was a cleaner who was found hanged a few hours later.
The third hotel where Ms Anacas stayed was in a seaside town. After a week of vacation the woman decided to leave the location. In the aforementioned hotel they found an attendant lying on the ground hit by a heart attack after entering the room where the lady had stayed.
Detective Drogtin realized, after long unsuccessful investigations, that the same person accidentally stayed in the three rooms: the widow Anacas.
They tracked her down to another hotel in a different city and decided to take time to study the woman.
The day she left the hotel to first enter her room, number seven, was detective Drogtin and a team of three men. They searched the room. Everything appeared in order.
Suddently a gash opened on the floor and the four with great bustle were swallowed out of nowhere.
It was known in the town that the hotel was built on the ruins of an old cemetery.
The team and the detective found themselves in fact thrown into the underworld. Cadaveric men and women roamed between graves and shriveled trees in a nocturnal atmosphere. Drogtin and his men took courage and entered that world by dodging those terribile living creatures.
After a long period of hardship, Drogtin was left alone. He was exausted after the long journey.
Suddently the widow Anacas stood before the terrified man. She was of abnormal height. Her long arms grabbed him and brought him up to her glassy eyes.
"We will live together forever from now on" said the woman.
Drogtin woke up soaked in a sweat. It had all been a nightmare. He was resting in his house with his wife besides him. Only after a few seconds he realized that the woman who had been sleeping besides him for decades had the face of Ms Anacas.
Latest comments
29.08 | 13:31
Bravissima mi piacciono tantissimo questi racconti
06.05 | 18:06
I feel blessed to know you Jenny. You always encourage me. I am so grateful to you my genuine, loving and inspiring friend! 💞💞
20.04 | 03:15
I feel blessed to know the woman behind the words. She’s so genuine, loving and inspiring. It’s not easy to come across someone like this. Please continue to read her writing and share with others.💕💕
26.07 | 10:15
Thanks a lot for your inspiring and uplifting words of support and approval hun!