You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events. Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti.      email@veraliquet.co.uk

You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events.

Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti. 

vera.liquet@gmail.com

TRAPPED IN YOURSELF

It was finally time to leave for a vacation. I was excited  to visit a mountain village not far from the city where I lived. The train was a few stops away from the village now. When I got off at the station the snow that covered it was soft. I took a taxi. It was four in the morning.

"Good morning" the driver told me.

"Good morning, please take me..." he interrupted me suddenly  telling me he knew the place I was headed to.

Somewhat disconcerted, I decided not to ask questions. I only asked to stop at the first open shop. I bought a magazine and some chocolate.  At the checkout a lady thanked me calling me by name.

"See you soon Carla, thanks!"

Amazed but not too bothered, I decided to continue the journey by taxi. I often had the impression of living in a film. I often fantasized that I was the main protagonist known a little by everyone.  I had always  been a bit paranoid.

The address of the guesthouse  to which the driver took me surprisingly  coincided with what I had written in my diary. I booked a room about a month ago. I was shocked when the receptionist of the guesthouse who welcomed me called my name. It was not necessary to show any identity documents. He pointed to a door I should have headed to. When I opened it I found myself in a living room of a large apartment that did not match my reservation. I was very tired from the journey so I decided to go to the bedroom. I would have asked for explanations in the late afternoon. I opened the door to the bedroom and within seconds I closed it immediately. I ran away from the apartment and the guesthouse.

Sinking my steps into the snow, I thought  back to the scene I had just witnessed. At that moment a man was strangling a woman whose face was identical to mine. In a panic, I walked for at least an hour. I then decided to return to the guesthouse. The bedroom was neat and made up. Nothing suggested the scene I had just seen. I was willing to sleep on that bed: nothing had happened.

At seven in the evening I wanted to leave the apartment to have dinner. As I walked down the corridor, I was yanked and forced into a room. A tall, stout man, whose face matched the man trying to strangle my double, stood in front of me now. I was pushed violently into a chair.

"Who are you?" he asked angrily.

"I'm Carla!"

"Carla is dead"

"I've booked a room in this guesthouse!" I yelled in exasperation.

"You must be her double from the hell then. You are the exact copy of the owner of this house: my ex-wife Carla"

"Why did you kill her?"

"She wanted to abandon me! I loved her desperately beyond measure. You won't abandon me now. Carla is never dead. Let's go to dinner. The guests of the house are waiting for us. You just need to know that my name is Eric".

Terrified, I followed him and dined with the guests.

After two days, forcibly spent with Eric, I met one of the guests in a room of the house.

"Did you ask your husband for a divorce?" he asked anxiously.

"I tried..." I replied.

"You must act as soon as possible,I want to leave this village and live with you elsewhere"

After hearing this I understood that Carla had a lover who could help me out of a nightmare.

Carla's lover disappeared into thin air shortly thereafter. I didn't see him again. At the reception they told me that he had evidently left the house earlier than expected. But I couldn't believe it because I knew he wouldn't leave without me.

Eric was watching me. I was continually afraid for my life. Leaving the house would  be dangerous. Among other things, the transport  service had been interrupted for days due to a severe snow storm. In spite of everything I escaped and headed to the village police station.

Inspector Wither listened to me carefully. I revealed to him first the killing of Carla and then the disappearance of her lover. The inspector had before him a woman in an evidently altered state. He didn't think I wasn't the owner of the guesthouse. I was the exact copy. I probably appeared in a daze. Wither had known Carla since childhood. He asked me some personal questions which I could not answer.

Only "the other" Carla could have known the answers. Relying on his intuition  the inspector began to investigate.

That night Eric returned to the guesthouse with a painting. He hung it on a bare  wall of the bedroom where we slept, the same one in which Carla died. It depicted a field of black tulips. The inspector,  being for long time in love with Carla, believed me to be an authentic double witness to a crime. He questioned Eric repeatedly until he confessed. He had hidden the bodies of Carla and her lover in a cavity behind the bedroom wall on which he had hung the picture of the black tulips.

Era finalmente arrivato il momento di partire per una vacanza. Ero entusiasta di visitare un villaggio montano poco lontano dalla citta' in cui vivevo. Il treno era a poche fermate da esso ormai. Quando scesi presso la stazione del villaggio la neve che lo copriva era morbida. Presi un taxi. Erano le quattro del mattino.

"Buongiorno" mi disse l'autista.

"Buongiorno, per favore mi porti..." mi interruppe improvvisamente dicendomi che conosceva il luogo verso cui ero diretta.

Alquanto sconcertata decisi di non fare domande. Chiesi solo di fermarsi al primo negozio aperto. Comprai un magazine e un po' di cioccolata. Alla cassa una signora mi ringrazio' chiamandomi per nome.

"A presto Carla, grazie!"

Sbalordita ma non troppo infastidita decisi di proseguire il viaggio con il taxi. Avevo di frequente l' impressione di vivere  in un film. Fantasticavo spesso di essere la protagonista principale conosciuta un po' da tutti. Ero da sempre stata una persona un po' paranoica. 

L'indirizzo della guesthouse al quale mi porto' l' autista coincideva sorprendentemente a quello che avevo scritto nella mia agenda. Prenotai una stanza circa un mese fa. L'addetto alla reception della guesthouse che mi accolse mi chiamo' per nome. Rimasi allibita. Non fu necessario esibire nessun documento d' identita'. Mi indico' una porta verso cui avrei dovuto dirigermi. Quando l' aprii mi trovai in un salotto di un grande appartamento che non corrispondeva alla mia prenotazione. Molto stanca per il viaggio decisi di recarmi verso la camera da letto. Avrei chiesto spiegazioni nel tardo pomeriggio. Aprii la porta della stanza e nel giro di pochi secondi la richiusi immediatamente. Corsi via dall' appartamento e dalla guesthouse.

Affondando i miei passi nella neve ripensai alla scena a cui avevo appena assistito. In quel momento un uomo stava strangolando una donna il cui volto era identico al mio. Presa dal panico camminai almeno un' ora. Decisi poi di tornare alla guesthouse. La stanza da letto era in ordine e composta. Nulla faceva pensare alla scena che avevo appena visto. Decisi di dormire su quel letto: nulla sembrava essere accaduto.

Alle sette di sera decisi di lasciare l' appartamento per cenare. Percorrendo il corridoio fui strattonata e obbligata con la forza ad entrare in una stanza. Un uomo alto e robusto, il cui viso corrispondeva all' uomo che tentava di strangolare la mia sosia, mi era di fronte adesso. Fui spinta con violenza a sedermi su una poltrona.

"Chi sei?" mi chiese infuriato.

"Sono Carla!"

"Carla e' morta"

"Ho prenotato una stanza in questa guesthouse!" urlai esasperata.

"Devi essere la sua sosia venuta dall' inferno allora. Sei la copia esatta della proprietaria di questa casa: la mia ex moglie ormai"

"Perche' l'hai uccisa?"

"Voleva abbandonarmi! L'amavo disperatamente oltre misura. Tu non mi abbandonerai adesso. Carla non e' mai morta. Andiamo a cenare. Gli ospiti della guesthouse ci attendono. Ti basta sapere che il mio nome e' Eric"

Terrorizzata lo seguii e cenai insieme agli ospiti.

Dopo due giorni, trascorsi forzatamente insieme a Eric, conobbi in una sala della casa uno degli ospiti. 

"Hai chiesto il divorzio a tuo marito?" mi chiese ansioso.

"Ho tentato.." replicai.

"Devi agire al piu' presto, voglio lasciare questo villaggio e vivere con te altrove"

Da queste parole capii che Carla aveva un amante che avrebbe potuto aiutarmi ad uscire da un incubo.

L'amante di Carla spari' nel nulla da li' a poco. Non lo vidi piu'. Alla reception mi dissero che evidentemente aveva abbandonato la casa prima del previsto. Ma io non potevo crederci perche' sapevo che non se ne sarebbe andato senza di me.

Eric mi teneva sotto controllo. Temevo continuamente per la mia vita. Abbandonare la casa sarebbe stato pericoloso. Tra l' altro da giorni la circolazione dei mezzi di trasporto era stata interrotta per via di una severa tempesta di neve. Malgrado tutto scappai e mi diressi alla centrale di polizia del villaggio.

L' ispettore Wither mi ascolto' con attenzione. Gli rivelai tutto: dall' uccisione di Carla alla scomparsa del suo amante. L' ispettore aveva dinanzi a se' una donna in un evidente stato alterato. Non credette che io non fossi la proprietaria della guesthouse. Ero la copia esatta. Apparivo probabilmente in stato confusionale. Conosceva fin dall' infanzia Carla. Mi chiese alcune domande personali alle quali non seppi rispondere.

Solo "l' altra" Carla avrebbe potuto conoscere le risposte. Affidandosi alla sua intuizione l' ispettore incomincio' a fare indagini.

Quella notte Eric torno' alla guesthouse con un quadro. Lo appese su una parete spoglia della camera da letto in cui dormivamo, la stessa in cui mori' Carla. Raffigurava un campo di tulipani neri. L' ispettore, mosso da un antico amore per Carla e credendomi un' autentica sosia testimone di un delitto,  interrogo' Eric ripetutamente. Finche' egli confesso'. Aveva nascosto i corpi di Carla e del suo amante in un' intercapedine dietro la parete della camera da letto alla quale aveva appeso il quadro di tulipani neri.

Latest comments

29.08 | 13:31

Bravissima mi piacciono tantissimo questi racconti

06.05 | 18:06

I feel blessed to know you Jenny. You always encourage me. I am so grateful to you my genuine, loving and inspiring friend! πŸ’žπŸ’ž

20.04 | 03:15

I feel blessed to know the woman behind the words. She’s so genuine, loving and inspiring. It’s not easy to come across someone like this. Please continue to read her writing and share with others.πŸ’•πŸ’•

26.07 | 10:15

Thanks a lot for your inspiring and uplifting words of support and approval hun!

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