You can call me Vera Liquet. I write short stories. Names, places and plots are fictional. Sometime they may be inspired by true events.
Mi potete chiamare Vera Liquet. Qui vi propongo brevi storie con nomi, luoghi e trame di fantasia. A volte potrebbero riflettere fatti realmente accaduti.
vera.liquet@gmail.com
I'm Helen. Today I turned twenty. I remember well the first mirror on which I looked. It reflected the image of a girl of one and half or perhaps two years. I tried to touch her nose. Then I threw a glass of water on her face. The drops dripped like so many tears. Further on I realized that my face was the one of that little, ugly girl. I really didn't think I was her. Why didn't I feel anything if I pinched her nose? Why didn't I get wet when I threw her water? She was another child, another me.
Two nights before my twentieth birthday I tried on the dress I was going to wear that special day. The mirror reflected a beautiful image. Suddenly a crack opened in the trasparent surface. Then with a great crash the mirror shattered completely. A girl appeared next to me identical to the image reflected just before on the mirror. She gave me a grin and then started screaming.
I should be happy today. I am twenty years old. I have a beautiful family and I live in a decent home. I've also just passed the first exams at university. I am terrified instead by the presence of that girl: ''the other me''. She screams incessantly, mocking me, criticizing me, threatening me. My family members look at me with apprehension because they don't see her or hear her. They only notice my outburst and my histerical cries. They listen when I desperately respond to the insults that come from the ''other Helen''. They are scared and embarrassed when I speak to myself in public having abnormal and unpredictable behaviours.
I can't concentrate on studying anymore. Passing the next exam is impossible. I spend weeks stubbornly trying to read the same page but actually my attention is focused on her. I forget to eat, I no longer feel hungry. I absolutely don't remember the last time I took a shower. She follows me everywhere. I don't have anymore privacy. In the bathroom she makes fun of me, insulting me repeatedly. I would like to turn off the light but I fear her reaction. It is impossible to sleep. Her shouting are continuous. She keeps me awake and fully alert every night. Anxiety and terror make my body sweating. I start going out in the middle of the night. I try to escape from her. I run through the desolate streets of the city but she keeps following me. She reaches me hurting my ears with her screams. Her furious face make me feel distressed. I notice despite everything that when I am out of the house her hunger subsides. I go out more often. My family is completely upset. They fear for my safety all the time. I can drive. She sits next to me each time more quiet than usual. One night I decide to head towards the sea. When I reached there I get out of the car, hiding the keys behind one of the tires. I go towards the rocks. Helen follows me. I have no idea how deep the water is. It is black and is one with the equally black sky. There is only the moonlight. We are both immersed up to our necks. Her hand jumps up from the water. She is holding on to something I barely recognize: they are the car keys. I swim following her quickly. She wants to leave me there, tens of kilometers away from home. I reach her in front of the car making a great physical effort. I beg her to return the keys to me for the rest of the night.
It's all in vain. I fall asleep exhausted collapsing to the ground. I wake up at early morning. I can't find her next to me but the car is still there. Instinctively I drag myself to the tire behind which I am surprised to find the keys. When I get to my feet Helen is sitting with her hateful grin next to the driver's seat. She beckons to start the engine and go.
I decide to take a trip abroad. My parents believe that traveling can be good for my wellbeing and to my surprise they let me go. I start traveling. She is always with me. Sometime I feel protected by her. I take courage by wondering night and day in unknown places. I sleep on the benches, hitchhiking, walking for a long time without feeling fatigue. I have finally a part of freedom.
Later I come back home gradually accepting Helen's presence. It is a surrender. Inevitably I must surrender to her everlasting company. I try to focuse on activities. I start watching cooking shows on TV. I take notes of the ingredients of some recipes. I cook for whole days. I gain weight. My family after countless attempts manages to convince me to see a specialist. Further on I resume taking exams at the university. Helen often encourage me now. After passing one of the exams she give me a hug. Her skin is cold as a shard of glass. Suddenly she disappears into thin air. I spend the night without her next to me but despite this I cannot have rest.
The next morning I notice that the long mirror on the wall in the hallway of the house reflects all the images of the objects except me. The other Helen is no longer imprisoned in the mirror. We are one person now. I accept her as part of me.
Sono Helen. Oggi ho compiuto 20 anni.Ricordo bene il primo specchio su cui posai lo sguardo. Rifletteva l'immagine di una bambina di un anno e mezzo o forse due. Provai a toccarle il naso dopodiche` le gettai un bicchiere di acqua in pieno viso. Le gocce grondavano come tante lacrime.Piu` in la` capii che il mio volto era quello di quella bambina. Non credo di essermi piaciuta gia` a quella tenera eta`. Non credevo di essere davvero lei. Perche` non mi pizzicava il naso quando toccavo il suo? Perche` non mi bagnavo quando le gettavo l'acqua? Era un'altra bambina, un'immagine separata da me.
Due sere prima il mio ventesimo compleanno ho provato il vestito che avrei indossato quel giorno speciale. Lo specchio rifletteva una bella immagine. Un' incrinatura si apri' improvvisamente nella superficie trasparente. Poi con grande fragore lo specchio ando' completamente in frantumi. Comparve affianco a me una ragazza identica all'immagine riflessa poco prima sullo specchio. Mi fece un ghigno e subito dopo inizio' ad urlare.
Dovrei essere felice oggi: ho 20 anni, una bella famiglia, una casa dignitosa. Ho anche appena superato i primi esami all'universita`. Sono invece terrorizzata dalla presenza di quella ragazza: ''l'altra me''. Urla incessantemente, deridendomi, criticandomi, minacciandomi. I membri della mia famiglia mi guardano con apprensione e sospetto perche` non la vedono e non la sentono. Notano solo i miei scatti d'ira ed i miei pianti isterici. Ascoltano quando disperatamente rispondo agli insulti che provengono ''dall' altra Helen''.
Sono agghiacciati ed in imbarazzo quando parlo da sola in pubblico assumendo comportamenti anomali ed imprevedibili. Non riesco piu` a concentrarmi nello studio. Superare il prossimo esame e' impossibile. Trascorro intere settimane testardamente a provare a leggere la stessa pagina ma in realta` la mia attenzione e` rapita da lei. Dimentico di mangiare, non ho piu` la sensazione di fame. Non ricordo assolutamente l'ultima volta che ho fatto la doccia. Mi segue dappertutto. La mia privacy e` continuamente violata. Nel bagno si fa beffa di me, mi insulta ripetutamente. Vorrei spegnere la luce ma temo la sua reazione. E` impossibile dormire. Le sue grida sono costanti. Mi mantiene sveglia e completamente vigile tutte le notti. L'ansia ed il terrore m'irridisce il corpo. Inizio ad uscire in piena notte fuori di me dalla disperazione. Cerco di scappare da lei. Corro per le strade desolate della citta` ma continua a seguirmi. Mi raggiunge e mi ferisce le orecchie con le sue urla. Mi fa impallidire il suo volto furioso. Noto nonostante tutto che quando sono fuori di casa la sua ira si calma. Esco piu` spesso. La mia famiglia e` completamente sconvolta. Temono per la mia incolumita` di continuo. Sono in grado di guidare. Lei ogni volta mi siede accanto piu` silenziosa del solito. Una notte decido di dirigermi verso il mare. Scendo dall'auto, nascondo le chiavi dietro uno dei pneumatici. Vado verso gli scogli. Helen mi segue. Non ho idea di quanto sia profonda l'acqua. E` nera ed e` un tutt' uno con il cielo altrettanto nero. C'e` solo il chiarore della luna. Siamo entrambe immerse fino al collo. La sua mano si solleva con uno scatto dall'acqua. Tiene stretto qualcosa che riconosco appena: sono le chiavi dell'auto. Nuota rapidamente verso gli scogli. Vuole lasciarmi li' a decine di chilometri da casa. La raggiungo di fronte la macchina facendo un grande sforzo fisico. La prego per il resto della notte di restituirmi le chiavi. E' tutto invano. Mi addormento esausta accasciandomi al suolo. Mi sveglio alle prime luci dell'alba. Non la trovo accanto a me ma la macchina e` ancora li`. D'istinto mi trascino verso il pneumatico dietro al quale trovo con stupore le chiavi. Quando mi alzo in piedi Helen e` seduta con il suo inquetante ghigno accanto al sedile del guidatore. Mi fa cenno di mettere in moto e partire.
Decido di fare un viaggio all'estero. I miei genitori credono che mi possa fare bene ed a mia sorpresa mi lasciano andare. E cosi` inizio a viaggiare. Lei e` sempre con me. Spesso tace quasi completamente. Talvolta mi sento quasi protetta dalla sua presenza e mi faccio coraggio inoltrandomi notte e giorno in posti sconosciuti. Dormo sulle panchine, faccio l'autostop, cammino a lungo senza avvertire la fatica. Mi sento di aver conquistato una parte di liberta`.
Ritorno a casa. Accetto a poco a poco la presenza di Helen. E` una resa. Inevitabilmente mi devo arrendere alla sua perenne compagnia. Provo a concentrarmi. Le sue urla incessanti me lo impedivano prima. Incomincio a seguire programmi di cucina in televisione. Prendo nota degli ingredienti di alcune ricette. Cucino per intere giornate. Riprendo peso. La mia famiglia dopo innumerevoli tentativi riesce a convincermi a vedere uno specialista. Piu` in la` riprendo a fare esami all'universita`. Helen sembra spesso incoraggiarmi ormai. Un giorno dopo aver superato una prova di esame l'abbraccio entusiasta. La sua pelle e` fredda come una scheggia di vetro. Ad un tratto scompare nel nulla. Trascorro una notte nella sua assenza ma, nonostante questo, non riesco a riposare.
Il mattino seguente noto che il lungo specchio sulla parete del corridoio di casa riflette tutte le immagini degli oggetti alle mie spalle tranne me. L'altra Helen non e` piu` imprigionata nello specchio. Siamo un tutt'uno adesso. L'ho accettata come parte di me.
Latest comments
29.08 | 13:31
Bravissima mi piacciono tantissimo questi racconti
06.05 | 18:06
I feel blessed to know you Jenny. You always encourage me. I am so grateful to you my genuine, loving and inspiring friend! ππ
20.04 | 03:15
I feel blessed to know the woman behind the words. Sheβs so genuine, loving and inspiring. Itβs not easy to come across someone like this. Please continue to read her writing and share with others.ππ
26.07 | 10:15
Thanks a lot for your inspiring and uplifting words of support and approval hun!